FAQ – Domande frequenti

Queste risposte sono fornite per permettervi di comprendere ancor meglio il mio metodo di lavoro.

Quanto dura una psicoterapia?

Quando si richiede l’aiuto di uno psicologo, l’intervento può consistere in una sola seduta, allora si tratterà di una consulenza unica finalizzata ad avere un orientamento o una conferma su scelte effettuate. In ogni caso, la consulenza è un confronto libero con un esperto che può offrire nuovi spunti di riflessione utili in un momento difficile del proprio ciclo di vita.
Quando si sceglie di intraprendere un percorso psicoterapeutico, inizia un lavoro di collaborazione tra chi chiede aiuto (individuo, coppia o famiglia) ed il terapeuta . Questo percorso non è mai obbligato piuttosto è libero e comporta sempre la definizione di un progetto e di obiettivi che vengono concordati in seduta.
Durante un percorso clinico ci si può fermare cioè sono previste anche delle pause se chi ha richiesto aiuto avverte l’esigenza di sospendere la terapia per riflettere e sperimentare quanto discusso lungo il percorso terapeutico.
Mi piace la metafora della psicoterapia come il viaggio su un treno. Prima di arrivare a destinazione, potranno esserci delle fermate; quelle soste, allora, serviranno per riservarsi la libertà di riprendere il treno e continuare, poi, il proprio viaggio con la guida di un esperto in grado di sollecitare lo sguardo su aspetti e paesaggi diversi della propria vita.
La conclusione della terapia è anch’essa libera e concordata tra clinico e paziente in modo che entrambe le parti che hanno lavorato insieme possano salutarsi con la consapevolezza di quanto è stato costruito e delle risorse utili per il futuro.

Se comincio una psicoterapia significa che sono matto?

Occorre sfatare l’idea diffusa ed errata che la psicoterapia sia connessa alla follia. La psicoterapia è un dialogo sostenuto da un rapporto fiduciario, una riflessione aperta con una persona competente in grado di ascoltare senza giudicare. Attraverso questo dialogo è possibile costruire una lettura nuova sulla difficoltà vissuta dal paziente e raggiungere una maggiore consapevolezza sulle sue potenzialità.
La psicoterapia, per queste sue caratteristiche di comunicazione, comprensione, apertura all’Altro, è un intervento che rientra nelle relazioni d’aiuto e si esprime a diversi livelli: dal più semplice aiuto per difficoltà di lieve entità a supporti terapeutici più complessi in cui è evidente una patologia strutturata.

Qual è la differenza tra psicologo e psicoterapeuta?

Lo psicologo è un laureato in psicologia che ha conseguito l’abilitazione per l’esercizio della professione e dunque risulta iscritto presso l’ Ordine professionale della regione di appartenenza. Uno psicologo può svolgere colloqui di sostegno psicologico ma non può esercitare una psicoterapia.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo che dopo avere conseguito l’abilitazione, ha ottenuto un diploma di specializzazione presso una scuola quadriennale pubblica o privata di psicoterapia. Attraverso questo percorso di studi, lo psicoterapeuta apprende le tecniche d’intervento più adeguate per il supporto del paziente secondo uno specifico approccio metodologico. Lo psicoterapeuta può operare nelle strutture pubbliche come ASL e Ospedali.

Uno psicologo prescrive i farmaci?

Uno psicologo non prescrive i farmaci ma collabora con medici e psichiatri qualora ritenga utile il supporto farmacologico per il benessere del paziente. L’integrazione di varie figure professionali è una risorsa che arricchisce l’intervento clinico ed è solitamente raggiunto attraverso un accordo tra terapeuta e paziente.

Perché ci sono varie psicoterapie?

Psicoterapia significa prendersi cura di una persona, di una coppia o di una famiglia. Nelle scienze psicologiche esistono diversi approcci ovvero diverse teorie che sostengono i metodi e le tecniche per costruire il benessere del paziente che chiede aiuto. Per questo esistono gli orientamenti teorici che definiscono le varie “psicoterapie” ciascuno con metodologie nei tempi e nelle cadenze delle sedute che differenziano i clinici.

Quali orientamenti teorici esistono?

Gli psicoterapeuti hanno formazioni diverse secondo l’orientamento della scuola di specializzazione frequentata. Questo comporta l’utilizzo di tecniche diverse o di approcci al disagio differenti. Le teorie di riferimento consentono di osservare il paziente come se si avessero delle lenti formative e permette di intervenire nella sofferenza con tempi e modi che differiscono da approccio ad approccio.
Gli orientamenti principali sono: psicodinamica, comportamentismo, sistemica, gruppanalisi, gestalt; bioenergetica.
Da queste poi si dipartono formazioni più specifiche relative all’adesione a specifici esponenti delle correnti (per esempio nella psicodinamica ritroviamo la psicoanalisi notoriamente freudiana, ma anche l’analisi junghiana, quella adleriana etc…) .

La psicodinamica si sofferma sull’inconscio e sulle dinamiche profonde dell’individuo; utilizza l’interpretazione dei sogni, ed offre interpretazioni per gli atti quotidiani del paziente.

L'approccio cognitivo comportamentale interviene sugli aspetti cognitivi e comportamentali dell’individuo cercando di modificare pensieri e atteggiamenti con interventi direttivi e correttivi. La modifica di pensieri rigidi e l’azione di prescrizioni correttive facilita la ristrutturazione cognitiva e favorisce l'acquisizione di comportamenti più funzionali ed adattivi.

La formazione sistemica o familiare mira a ricostruire i processi che hanno condotto l’individuo ad assumere un comportamento disfunzionale aiutandolo a intraprendere liberamente percorsi più funzionali. L’intervento ricostruisce la storia dell’individuo a partire dalle trame familiari tramite l’utilizzo del genogramma (una sorta di mappa delle relazioni familiari) e l’invito di uno o più membri della famiglia quando questo è accettato da chi fa richiesta di aiuto. L’individuo è perciò considerato inserito in un sistema di relazioni che influenzano le sue scelte di cui, però, non è sempre consapevole. L’azione non è direttiva ma il percorso terapeutico è costruito insieme al cliente.

La gruppoanalisi è un intervento terapeutico condiviso in un gruppo di soggetti che si incontrano condividendo lo stesso problema guidati da un terapeuta che offre interpretazioni a tutto il gruppo connettendo le esperienze di ciascuno con quelle altrui in modo da contribuire ad un cambiamento evolutivo del gruppo e di ciascun membro.

La gestalt è un percorso di acquisizione della consapevolezza di sé stessi negli aspetti emotivi e comportamentali comprendendo il ruolo della nostra esistenza nell’intreccio relazionale in cui siamo inseriti e dunque prendendo maggior consapevolezza di sé nel qui ed ora dell’esistenza.

La bioenergetica è un orientamento volto al recupero dell’energia corporea e all’acquisizione del benessere attraverso la costruzione di un’armonia tra corpo e mente. Questo approccio fa ricorso ad esercizi fisici, respiratori e di rilassamento mirati ad una maggiore consapevolezza del corpo e dunque alla progressiva eliminazione dei sintomi che alterano il nostro equilibrio psicofisico.