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sostegno alla genitorialità licia cutaia psicologo palermo

Famiglie divise e genitorialità

Per “affidamento condiviso” si intende la partecipazione di entrambi i genitori alla cura ed all’educazione dei figli a prescindere dai loro rapporti  personali e a condizione che nessuno dei due abbia carenze  tali che affidargli i figli sia contrario al loro interesse.
L’esistenza di risentimenti e rancori  tra due genitori entrambi idonei non è più visto – dall’attuale giurisdizione – come motivo sufficiente ad escludere uno dei due dall’affidamento, tanto più se si ritiene che tale discriminazione possa incrementare la conflittualità.

Con un affidamento condiviso la  genitorialità viene esercitata in modo separato ed in settori educativi diversi (un genitore si occupa del corso di piscina dei figli, l’altro della frequenza al catechismo…)
Con un affidamento congiunto i genitori si consultano congiuntamente per le decisioni di ordinaria amministrazione anche negli stessi settori educativi.
Infine  resta  la genitorialità alternata in cui decide il genitore presente al momento della scelta da fare senza consultare l’altro.
Il principio di base che fonda l’affido congiunto è che si resta genitori al di là dei conflitti che hanno logorato l’amore coniugale.

Cosa può accadere se un genitore non vuole l’affido congiunto, ad esempio perché non si fida dell’altro; perché teme che l’altro entri in casa la sera per dare la buonanotte ai bambini; se teme un controllo pervasivo sulla propria vita privata?

L’articolo 155 bis della legge precisa che si può escludere un genitore dall’affidamento congiunto solo se esso mostra di avere carenze talmente gravi  che affidargli un figlio è contrario alla tutela del minore.

Tutto questo spesso scatena un atteggiamento di conflittualità crescente da parte del genitore chi si oppone all’affido congiunto al fine di dimostrare che l’ex coniuge è inadeguato, talvolta perfino con false denunce che sfociano in reati di tipo penale.
L’esito di queste drammatiche vicende familiari, è spesso una strumentalizzazione dei figli, in modo più o meno consapevole, da parte dei genitori in conflitto.
L’alleanza implicita può avvenire in tempi e con modalità differenti secondo le caratteristiche di personalità dei genitori, senza che il minore possa averne piena consapevolezza.

Queste manipolazioni, talvolta invisibili agli occhi di una bambino che le subisce e incomprese da parte  degli adulti che le agiscono, costituiscono un abominevole ” delitto dell’infanzia”.
In questi contesti è utile l’intervento di mediazione familiare mediante il quale è possibile lavorare con le parti in lotta per individuare un percorso comune e riconoscere risorse comuni.
La mediazione familiare cerca di rispondere all’esigenza di una nuova “cultura del divorzio” che distingue il ruolo coniugale da quello genitoriale, scardinando la concezione diffusa che colui che ha la colpa della separazione vada punito nel suo ruolo genitoriale.

L’obiettivo piuttosto mira a raggiungere la funzionalità del sistema genitoriale attraverso l’acquisizione di una flessibilità necessaria ad accogliere le esigenze dei figli che nel tempo si modificano e modulare risposte diverse in rapporto alla crescita dei bambini.

Richard A. Gardner nel 1985 introdusse per la prima volta l’espressione Parental Alienation Syndrome (PAS) per indicare la Sindrome da Alienazione Genitoriale  ovvero “un disturbo che insorge essenzialmente nelle controversie  per l’affidamento dei figli. La sua principale manifestazione è la campagna denigratoria- priva di giustificazione-  attuata dal bambino verso il genitore non affidatario.”

La PAS si differenzia dal  plagio  giacché durante lo schieramento il bambino acquisisce caratteristiche ed atteggiamenti tipici del genitore con cui è alleato per compiacerlo nel timore implicito di perdere anche lui dopo avere praticamente perso l’altro genitore  (complesso di lealtà).
Attraverso l’affidamento congiunto, il figlio affidato ad entrambi i genitori potrà finalmente  sviluppare la propria autonomia e fare le proprie  scelte  personali sviluppando il proprio Sè e sanando le ferite connesse alla frattura familiare.

L’equilibrio tra i genitori e la loro pari dignità metterà il bambino al riparo dalla terribile esperienza dell’alienazione genitoriale.

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